Corno d’Africa, inizio XX sec.
Nell’inventario redatto da Savina Fumagalli alla fine degli anni Cinquanta compare, tra gli altri corpus, una “Collezione Etiopica raccolta dal prof. Marro”. Gli oggetti elencati sotto questo titolo non sono molti e nulla sappiamo riguardo alla loro provenienza e al loro arrivo a Torino. Tra di essi compare un paio di bellissimi sandali in cuoio chiaro (forse di cammello) dalla lunga punta rialzata. La suola è composta da vari strati di pelle cuciti tra di loro, mentre sul lato superiore i sandali sono decorati con incisioni a punta di coltello che formano delle linee parallele che convergono verso la punta in un cerchio con una croce in mezzo. Tipici del Corno d’Africa, in assenza di una documentazione più precisa è impossibile sapere se provengano dall’Etiopia, dalla Somalia o dalle regioni di confine del Kenya settentrionale. Quasi sicuramente sono da ricondurre al periodo in cui l’Italia attuò le proprie azioni di conquista coloniale nella regione, quello stesso periodo a cui risalgono le immagini conservate nel fondo “Carlo Vittorio Musso” tra le quali una raffigura due uomini seduti uno accanto all’altro. Uno di essi tiene in mano quella che sembra essere la suola di un sandalo del tutto simile a quelli conservati al MAET.
Questo oggetto è stato scelto e descritto da Erika Grasso che, come antropologa culturale borsista di ricerca dell’Università di Torino, si occupa dello studio e della catalogazione delle collezioni etnografiche e dei fondi fotografici del MAET.